Trentacinque anni fa Pasolini rilasciava delle interviste che, riascoltate in questi giorni, dimostrano (se ce ne fosse ancora bisogno) come la sua prematura scomparsa abbia privato il nostro martoriato paese di un genio.
Moravia, il giorno del funerale dell'amico Pasolini e durante la sua orazione funebre, cercava di spiegare ai presenti, all'Italia, al Mondo, di come un poeta se ne fosse andato per sempre.
E aggiungeva: di poeti ne nascono 4 o 5 ogni secolo, il poeta è sacro.
Pasolini non era solo poeta. Pasolini era un genio. Un genio in grado di prevedere tutto lo sfacelo e la miseria che stiamo (culturalmente) vivendo in questi anni.
Con 35 anni di anticipo.
Mi sono sempre chiesto cosa avrebbe detto, fatto, scritto,filmato Pasolini nell'era Craxiana prima e Berlusconiana poi.
Ma forse, se fosse stato ancora in vita, non avremmo mai avuto questi anni infami...
"Luomo è sempre stato conformista. Se cè una caratteristica principale delluomo è quella di conformarsi a qualsiasi tipo di potere o di qualità di vita trovi nascendo. Forse biologicamente luomo è narciso, ribelle, ama proprio la propria identità, ma è la società che lo rende conformistico e lui ha chinato la testa una volta per sempre dinnanzi agli obblighi della società.
Io mi rendo ben conto che se le cose continuano così, luomo si meccanizzerà talmente, si alienerà talmente, diventerà così antipatico e odioso, che questa libertà qui andrà completamente perduta"
Pier Paolo Pasolini
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