The Postal Service - Give Up
Che se poi uno ci pensa, l'intero album è triste.
Molte canzoni infatti raccontano storie tristi,di rottura, di solitudine, ma metti Ben Gibbard a raccontarle, e quella sua maldetta voce melliflua, allegra e concitata al tempo stesso ti farà sembrare tutto così allegro,quasi spensierato.
Give up si presenta così già dal titolo.
Ma a dire il vero, suona in maniera completamente opposta a come dovrebbe.
Metti l'elettronica difficilmente che sa essere difficilmente triste, metti liriche scritte in punta di rima o metti semplicemente un duo che ci sa fare, e gioca con la musica come uno scrittore gioca con le parol.
Parti, e tutto sembra da copione,The district sleeps alone tonight sembra dirtelo: se sei giu di morale, incazzato o solo triste, lasciami stare.
Ma fai bene a non starlo a sentire, il resto sono pure perle musicali.
Such great Heights è forse l'unica canzone che rispecchia nel suono il testo: ritmo tamburellante, parole veloci, ritmi conivolgenti, per una storia che descrive una relazione a dir poco riuscita.
Si scivola così a Sleeping In,dove si rivela cupi segreti sull'assasinio Knnedy, seguita da quello che è il capolavoro, a mio avviso, dell'intero disco: un fidanzato redento troppo tardi, una ragazza con due palle come una casa, e la storia di come lei lasci lui. Lui ovvio è incredulo e basito, non sa darsi una spiegazione, e anzi arriva a promettere il cambiamento, ad esprimere la sua volontà di invecchiare con lei, solo con lei.
Ma lei, invece, vuole preferirebbe piuttosto fargli una lezione sul perchè dovrebbe lasciare uno stronzo come lui...
Struggente vero? Peccato che il ritmo veloce, trascinante e allgro di Nothing Better, quello che ti fa tamburellare con l'indice sullo sterzo e ti fa apparire un sorrisino nell'angolo della bocca stona leggermente col resto.
Stona leggrmente con testi che recitano:
will someone please call the surgeon to crack my ribs and repair this broken heart that you're deserting (for better company)
Ma loro sono i Postal Servicee, e allora questa è la loro forza.
Scivoli così alla posizione nulìmero 6, Clark Gable.
Ancora una volta, liriche e suoni mal si conciliano, creando un effetto dolce-amaro. Ma davvero qui il duo ce la mette tutta, e sforna da un lato suoni ricercati, fini e delicati, e dall'altro strofe di questo genere:
I kissed you in a style Clark Gable would have admired...(I thought it classic).
Felici si passa così alla traccia 7, We will become Silhouette, primo ed unico singolo dell'album.
Altra canzone di rara bellezza, questa volta il suono modella semplicemente le parole (ancora una volta moto rammaricate) di Gibbard, ed il risultato è una traccia elettro-sentimentale.
L'album quindi continua con This place is a prison, traccia che avrebbe fatto gola ai Joy Division, per liriche e sonorità. Tutto ma proprio tutto (titolo compreso) rievocano scenari lugubri, pesanti e drammaticamente tristi. Che dire, a questo punto una traccia così ci voleva pr spezzare un ritmo sin troppo allegro.
E allora giù il cappello, perchè un tempismo così nella scelta dei pezzi lo si nota poche volta.
E si chiude così l'album con le ultime due tracce, Brand New Colony, e Natural Anthem. Molto bella la prima, la seconda non molto entusiasmante.
Give Up è un album che "meno male che c'è".
Suoni, testi e atmosfere cuciono un disco di rara bellezza ed intensità.
Elettronico quanto basta, pop in alcuni punti, riesce a sorprenderti ad ogni ascolto, a farti venir voglia di risentirlo ogni volta che lo rivedi.
Give Up è un disco che "avrei voluto averlo inventato io".
9/10
Che se poi uno ci pensa, l'intero album è triste.
Molte canzoni infatti raccontano storie tristi,di rottura, di solitudine, ma metti Ben Gibbard a raccontarle, e quella sua maldetta voce melliflua, allegra e concitata al tempo stesso ti farà sembrare tutto così allegro,quasi spensierato.
Give up si presenta così già dal titolo.
Ma a dire il vero, suona in maniera completamente opposta a come dovrebbe.
Metti l'elettronica difficilmente che sa essere difficilmente triste, metti liriche scritte in punta di rima o metti semplicemente un duo che ci sa fare, e gioca con la musica come uno scrittore gioca con le parol.
Parti, e tutto sembra da copione,The district sleeps alone tonight sembra dirtelo: se sei giu di morale, incazzato o solo triste, lasciami stare.
Ma fai bene a non starlo a sentire, il resto sono pure perle musicali.
Such great Heights è forse l'unica canzone che rispecchia nel suono il testo: ritmo tamburellante, parole veloci, ritmi conivolgenti, per una storia che descrive una relazione a dir poco riuscita.
Si scivola così a Sleeping In,dove si rivela cupi segreti sull'assasinio Knnedy, seguita da quello che è il capolavoro, a mio avviso, dell'intero disco: un fidanzato redento troppo tardi, una ragazza con due palle come una casa, e la storia di come lei lasci lui. Lui ovvio è incredulo e basito, non sa darsi una spiegazione, e anzi arriva a promettere il cambiamento, ad esprimere la sua volontà di invecchiare con lei, solo con lei.
Ma lei, invece, vuole preferirebbe piuttosto fargli una lezione sul perchè dovrebbe lasciare uno stronzo come lui...
Struggente vero? Peccato che il ritmo veloce, trascinante e allgro di Nothing Better, quello che ti fa tamburellare con l'indice sullo sterzo e ti fa apparire un sorrisino nell'angolo della bocca stona leggermente col resto.
Stona leggrmente con testi che recitano:
will someone please call the surgeon to crack my ribs and repair this broken heart that you're deserting (for better company)
Ma loro sono i Postal Servicee, e allora questa è la loro forza.
Scivoli così alla posizione nulìmero 6, Clark Gable.
Ancora una volta, liriche e suoni mal si conciliano, creando un effetto dolce-amaro. Ma davvero qui il duo ce la mette tutta, e sforna da un lato suoni ricercati, fini e delicati, e dall'altro strofe di questo genere:
I kissed you in a style Clark Gable would have admired...(I thought it classic).
Felici si passa così alla traccia 7, We will become Silhouette, primo ed unico singolo dell'album.
Altra canzone di rara bellezza, questa volta il suono modella semplicemente le parole (ancora una volta moto rammaricate) di Gibbard, ed il risultato è una traccia elettro-sentimentale.
L'album quindi continua con This place is a prison, traccia che avrebbe fatto gola ai Joy Division, per liriche e sonorità. Tutto ma proprio tutto (titolo compreso) rievocano scenari lugubri, pesanti e drammaticamente tristi. Che dire, a questo punto una traccia così ci voleva pr spezzare un ritmo sin troppo allegro.
E allora giù il cappello, perchè un tempismo così nella scelta dei pezzi lo si nota poche volta.
E si chiude così l'album con le ultime due tracce, Brand New Colony, e Natural Anthem. Molto bella la prima, la seconda non molto entusiasmante.
Give Up è un album che "meno male che c'è".
Suoni, testi e atmosfere cuciono un disco di rara bellezza ed intensità.
Elettronico quanto basta, pop in alcuni punti, riesce a sorprenderti ad ogni ascolto, a farti venir voglia di risentirlo ogni volta che lo rivedi.
Give Up è un disco che "avrei voluto averlo inventato io".
9/10
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